Gazzelle quello che non è…

“sembrava Liam Gallagher ma era Gazzelle”

Un titolo che Riplive ha azzeccato a pieno…per prendere like ovviamente e i merluzzi come me che sono andati a cliccare incuriositi da un titolo cosi potente. Chissà cosa potrebbe pensare Liam ad una dichiarazione del genere considerata la poca tolleranza verso tutti e tutto, ma in particolare, verso le persone ossigenate.

Fatto sta che alla fine vuoi capirci di più e decidi di tagliare con la tua LAMA l’artista che oggi tratteremo. Flavio Bruno Pardini in arte Gazzelle. Mi ero obbligato volontariamente a non aprire i social. Mi piace analizzare la musica senza tener conto dei numeri ma poi vedi passare i pullman in giro per la città con su scritto “Punk tour” e allora cominci a comprendere che sul personaggio in questione probabilmente gireranno un mucchio di bigliettoni e che dove in genere gira il soldo, l’arte spesso viene messa da parte.

Lascio perdere le supposizioni, voglio capire meglio questo artista, non devo farmi condizionare dai pullman, così decido di aprire Spotify. Metto la prima a caso: Sayonara. Una introduzione di Sinth con suoni molto caldi, un pò retrò/sognanti mi fa subito assumere una espressione compiaciuta, magia e colpo di fulmine che quasi sembravano prossimi, fino all’entrata della voce. Il primo impatto non te lo aspetti ma sembra più un fastidio che un piacere. Poi cominci a metabolizzare con l’ingresso del ritornello .

“e allora sayonara in questa notte amara, mi perderò nei borderò”

Il ritornello prende subito è innegabile sia un lavoro di produzione ben riuscito e non me ne vogliano i lettori che stanno aspettandosi una sparata a zero su Sayonara, chiunque sia stato dietro a questo brano, ha azzeccato pienamente la musicalità (e con questo intendo la linea vocale e la musica). Non sono altrettanto d’accordo nella scelta testuale di Flavio. Sinceramente che sia un testo “Acchiappafiga” è innegabile. Poca poesia, poco ingegno nel scrivere una tematica trita e ritrita così decido di comprendere se la questione testi dipenda solo dal caso specifico di Sayonara oppure è uno stile testuale oramai costante di Gazzelle, decido cosi di ascoltare altri successi come Non sei tu, Quella te, Nero e Zucchero filato di Megasuperbattito ma niente. I testi sono davvero poca poca roba e non me ne voglia Flavietto, ma il successo dura come un gatto in autostrada quindi evolversi è alla base di tutto. Punk è andato bene per la generazione di ragazzette dall’ormone impavido, ma presto o tardi qualcuna di loro comincerà a perdere la fase adolescenziale da farfalle allo stomaco e comincerà a rendersi conto che “giri come una trottola dentro il bar” potrebbe essere una frase un tantinello scontata che tollererei solamente se scritta di pugno da un 11 enne

In conclusione beviamoci su, Gazzelle è un artista partito benissimo e tutto il suo successo meritato o no è arrivato straripante. Rimane da chiarire se questo trend gallagheriano, sia una macchinazione delle riviste oppure è nato da suoi reali comportamenti. Informandomi qua e la da amici che sono stati al suo concerto, mi hanno tutti confermato che live non spiccica una parola. Un tipo schivo e piuttosto serio. Segnali che non confermano nulla, ma è chiaro che somigliano davvero tanto ai comportamenti dei fratelli Gallagher. Se fosse una scelta artistica, farei molta attenzione alle conseguenze. Uno è una Rockstar di fama mondiale che ha scritto pezzi già entrati a pieno titolo nella eternità, l’altro è un cantautore italiano che ha scritto un paio di hit orecchiabili, che sta convincendo principalmente il pubbilco femminile giovanissimo e probabilmente sarà andato in una radio principale giusto qualche volta. Attenzione allo sfociare nelle idolatrazioni! Di carbonara ancora ne deve mangiare!

Classificazione: 2 su 5.

Giudizio Finale: Acerbo.

LAMETTA